domenica 12 aprile 2020

RECENSIONE ANNA – NICCOLO’ AMMANITI





TITOLO: Anna
AUTORE: Niccolò Ammaniti
EDITORE: Einaudi

"La vità è più forte di tutto. La vita non ci appartiene, non ci attraversa."

Si facciano avanti gli amanti del noir e delle ambientazioni post-apocaliptiche. Oggi si parla infatti di Anna dell’autore Niccolò Ammaniti. Chi mi conosce bene, sa quanto io ami questo scrittore e il suo modo di scrivere. Vediamo in sintesi la trama: Il racconto si svolge in una Sicilia ormai deserta, colpita da una malattia incurabile che mietendo vittime a più non posso ha drasticamente ridotto la popolazione adulta. Dico e specifico “adulta” perché il morbo sembra non colpire i bambini, o meglio nessuna persona che ancora non abbia superato la pubertà. In realtà non è che ne siano davvero immuni, sembra infatti che il morbo rimanga latente e si sfoghi solamente raggiunta l’adolescenza. La protagonista della storia è Anna, che da anche il nome al libro stesso, una ragazzina di circa 12 anni se non ricordo male che è una vera eroina, molto coraggiosa e che si prende costantemente cura del suo fratellino minore. Anna farebbe qualsiasi cosa per proteggerlo e di fatto lo farà, perché vi anticipo già, i due bambini dovranno affrontare una serie infinita di peripezie.  Non dirò altro, perché odio fare spoiler.

Sicuramente il momento non è dei migliori dato che in questo periodo ovunque sentiamo parlare di Covid e il resto, ma davvero questo libro merita di essere letto.

Se lo scenario iniziale non è sicuramente una novità nel mondo della letteratura e della televisione (ci saranno centinaia di film che parlano di una malattia mortale che stermina l’umanità), la svolta è la scelta dei protagonisti che sono appunto dei bambini. Il mondo degli adulti è in declino e sono loro a doversi prendere cura l’uno dell’altro o comunque a doversela cavare da soli in una lotta costante per la sopravvivenza. Fa un po' impressione ad immaginarlo in effetti: siamo sempre stati abituati a vedere dei personaggi adulti destreggiarsi nelle lotte per il cibo o nella fabbricazione di armi e quant’altro per difendersi. Sicuramente questi personaggi oltretutto sono più spesso uomini che donne e quest’ultime spesso e volentieri aspettano il marito al riparo o si prendono cura dei figli. Qui è esattamente l’opposto: i personaggi sono bambini e la nostra protagonista è perfino una femmina, una vera eroina con il carattere duro come quello di un adulto. Anche se piccoli, questi personaggi sono spesso spietati e disincantati, bevono alcool e rimangono indifferenti anche di fronte alla morte. Sicuramente un aspetto abbastanza difficile da immaginare, pensando anche al mondo come lo conosciamo noi.
Sebbene il libro sia calato in un’ambientazione triste e desolata, in una Sicilia piena di morte e nient’altro, il focus e lo spirito stesso dei personaggi è volto alla speranza. Anche se Anna è un personaggio duro e difficile da scalfire anche lei nel profondo spera di trovare una soluzione a tutta questa faccenda, soprattutto per il suo fratellino.

In conclusione, il libro mi è piaciuto? Molto, sono riuscita a calarmi in tutto e per tutto nella trama e in Anna, la nostra protagonista. Questo è anche grazie al modo di scrivere di Ammaniti: il modo con cui riesce a giocare con i pensieri e gli stati emotivi dei personaggi è davvero sorprendente. L’unico consiglio che vi lascio (specialmente a chi non è solito leggere libri di Ammaniti): tenete vicini i fazzoletti, qualche lacrima onestamente l’ho versata e soprattutto non affezionatevi ai personaggi.  

Un’altra cosa che mi sento di aggiungere è questa: questo libro è stato criticato in parte perché una parte importante della trama è come ho già detto all’inizio, un film già visto. E’ stato sfruttato il solito clima post catastrofe che fa riflettere l’uomo e lo spinge oltre i suoi limiti e il rischio è quello che ci sia una corsa al paragone perché viene comunque facile ripescare altri titoli di libri o di film. Il romanzo va apprezzato però per il tutto il resto, soprattutto per l’incredibile caratterizzazione dei personaggi che viene così bene ad Ammaniti.



giovedì 9 aprile 2020

RECENSIONE TSUGUMI (LIBRO)- BANANA YOSHIMOTO




TITOLO: Tsugumi
AUTORE: Banana Yoshimoto
EDITORE: Feltrinelli

“Nelle città senza mare, chissà a chi si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio.”

Maria è una giovane ragazza che, dopo essersi trasferita da qualche anno a Tokyo, decide di passare l’estate nel suo paese natale in riva al mare, presso la pensione di famiglia. Questa sarà l’ultima estate che potrà trascorrere lì, poiché gli zii chiuderanno l’attività per aprire un hotel altrove, in montagna. Il racconto è quindi centrato sul rapporto tra lei e le due cugine, in particolare Tsugumi, affetta da una grave malattia che le impedisce molte attività e che per non essere compatita, si mostra con un carattere duro e cinico, nascondendo la sua sensibilità. La vacanza, rievoca subito in Maria tutti i ricordi della sua infanzia, quando ancora viveva li con le cugine, quindi nella narrazione si alterneranno racconti del suo passato alle sue peripezie invece nel presente con Tsugumi.

Il libro è molto leggero e si legge davvero in fretta. Come al solito la Yoshimoto, in modo molto delicato, ci rende partecipi dei sogni e dei sentimenti più profondi dei personaggi, non lasciandosi sfuggire nulla. Leggendolo io stessa ho provato un forte sentimento di nostalgia e malinconia: abbiamo tutti dei luoghi e delle persone a cui siamo legati fin dall'infanzia che nel bene e nel male riempiono il nostro passato di ricordi che riaffiorando scaldano il cuore. Non potevo fare a meno di immedesimarmi in Maria in qualche occasione, pensando immediatamente al luogo d’infanzia a cui sono più legata e al quale ho dovuto dire addio da qualche anno a questa parte: la casa dei miei nonni. La stessa autrice, nella sua postilla di fine libro, afferma di aver scritto questo racconto per non dimenticarsi mai il luogo dove faceva sempre le vacanze estive con i suoi genitori da bambina, quindi anche questo dovrebbe farci capire quanto in realtà un racconto così breve e semplice possa essere molto intimo.

Ciò che manca alla trama in realtà è un vero e proprio colpo di scena, o comunque qualcosa che incuriosisca il lettore. Non ci sono elementi di suspense sicuramente, ma del resto lo stile della Yoshimoto è più o meno questo. A volte la lettura è un po' piatta.

Consiglio questo libro come lettura di passaggio, tra una lettura e l’altra.


mercoledì 8 aprile 2020

RECENSIONE (LIBRO) NON BUTTIAMOCI GIU’- NICK HORNBY




TITOLO: Non buttiamoci giù
AUTORE: Nick Hornby
EDITORE: Penguin Group

“Passiamo tutti tanto tempo senza dire cosa vogliamo perché sappiamo di non poterlo avere. E perché sembrano robe rozze, o ingrate, o sleali, o infantili, o stupide. O perché siamo talmente disperati da fingere che le cose siano come devono essere e sembra una mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Qualunque cosa sia, dilla a te stesso. La verità ti renderà libero.”

Ho davvero divorato questo libro che non è durato più di un giorno e mezzo. La trama è la seguente: 4 personaggi si ritrovano la notte di Capodanno in cima ad un palazzo di Londra. Pur non conoscendosi sono tutti li per lo stesso motivo: buttarsi di sotto. La presenza di altre persone tuttavia smorza un po' le intenzioni dei 4 e li spinge a raccontarsi a vicenda le motivazioni che li avrebbero spinti a compiere quel gesto estremo. Se il Capodanno è sempre giorno di bilanci un po' per tutti, per i nostri protagonisti la stima è tanto negativa che il suicidio sembra essere l’unica possibile. Allo stesso tempo però, nessuno di loro sembra volerlo davvero. Inizia così un’improbabile amicizia: improbabile perché davvero questi 4 personaggi non hanno nulla in comune, nemmeno l’età! Il rapporto però continua ad essere alimentato dalla voglia di aiutarsi reciprocamente per uscire da questo momento no, consapevoli di aver trovato qualcuno che può capirli davvero.

Il libro viene raccontato dei personaggi stessi, ognuno di loro infatti ha dei capitoli dedicati in cui esporre i propri punti di vista e le proprie intenzioni. La cosa bella è che i capitoli si adattano a 360 gradi al personaggio, adottandone anche il modo di parlare: Martin ad esempio, presentatore televisivo piuttosto distinto, usa correttamente la punteggiatura ed usa termini anche ricercati, mentre dimenticatevi anche solo le regole base della grammatica nei capitoli di Jess, ragazza problematica con un modo di vivere un po' al limite. Ho davvero apprezzato questa caratteristica del libro perché davvero ti permette di entrare a contatto con la storia e i personaggi: più prosegue la narrazione e più ti sembra di conoscerli, quasi prendessero vita. Rende tutto ancora più comico inoltre perché, essendo tutti estremamente diversi tra loro, ovviamente non vedono le cose allo stesso modo ed è esilarante ritrovarli in disaccordo anche sulle questioni più sciocche.

Dico “ancora più comico” perché in effetti, nonostante il tema principale della vicenda sia il “suicidio” che è di per sé un tema molto pesante, il libro è molto leggero e spiritoso. Ho riso moltissimo, anche perché già ve lo anticipo, a questi 4 non va mai nulla come se lo aspettavano. Tra i capitoli però, c’è spazio anche per alcune riflessioni molto sentite sul senso della vita: cosa porta un uomo ad essere felice? Cosa fa sì che una vita sia considerata degna di essere vissuta? Sono le domande a cui Martin, Moureen, JJ e Jess (i 4 personaggi appunto) cercano una risposta. Perché magari davvero in fondo non vogliono suicidarsi però sono comunque consapevoli dei loro problemi e che continuare a vivere come stanno facendo non funziona, non li rende felici o semplicemente realizzati. Il libro in fondo non è altro che il percorso di consapevolezza vissuto dai 4 personaggi: cosa hanno sbagliato, cosa c’è di buono in loro e cosa invece va assolutamente cambiato.
Ma cambiare si può? Ovviamente non ve lo dico, altrimenti vi rovinerei il finale.

Alla fine della fiera, il libro mi è piaciuto? Moltissimo. E’ la lettura che cercavo in questo momento: leggera, un mix equo di comicità e dramma e che comunque ti tiene col fiato sospeso, spingendoti a continuare la lettura per capire come andrà a finire.

Avevo pensato inizialmente di fare una recensione completa parlandovi anche del film. Infatti, qualche anno fa è uscito un film tratto da questo libro, con lo stesso nome: “non buttiamoci giù”. Tuttavia, ho trovato il film abbastanza deludente. Si, ok, i film sono quasi sempre più deludenti rispetto al libro e manfrine varie, però in questo caso non ci sono solo cambiamenti nella trama per meglio adattare la storia alla recitazione, ma è evidente una difficoltà nell’adattare questa tipologia di libro ad un prodotto cinematografico: l’alternarsi della narrazione tra un attore e l’altro si perde abbastanza ed è inevitabile che le riflessioni fondamentali non vengano tutte riportate.

Inoltre, viene data importanza alla sola parte comica del romanzo, mentre si perde tutto il lato melodrammatico del romanzo che parlava invece, come ho già detto prima, di un vero e proprio percorso di “presa di coscienza” da parte dei 4 protagonisti. Il risultato è quindi un film mooolto leggero, per lo più comico con qualche accenno commovente.

Unica nota positiva sono gli attori che ben si sposano alle loro parti: esattamente come me li ero immaginati.

Se vi interessa la storia quindi vi consiglio di leggere il libro.

RECENSIONE UNDERGROUND (LIBRO) - MURAKAMI

TITOLO: Murakami AUTORE: Underground EDITORE: Corriere della sera Ciao a tutti lettori! Oggi ho deciso di parlarvi di “Undergrou...

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