TITOLO: Il cervello anarchico
AUTORE: Enzo Soresi
EDITORE: UTET
“In tutti gli
uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia, come
verso tutto il resto”.
(ANTIFONE)
“il cervello anarchico” è un libro
di di Enzo Soresi, medico chirurgo, specialista in anatomia patologica,
malattie dell’apparato respiratorio e oncologia clinica. Ha pubblicato numerosi
articoli nella sua carriera sia su riviste nazionali che internazionali e da
qualche tempo ha fondato l’associazione Octopus, che si occupa di prevenzione. In
particolare, in questo testo, presenta una serie di casi clinici piuttosto
singolari, che ha incontrato durante la sua carriera e cerca di darne una
spiegazione scientifica e sufficientemente logica, andando ad analizzare il
legame strettissimo che esiste tra corpo e mente.
Inizialmente, può lasciare
perplessi il fatto che un medico specializzato in oncologia polmonare si metta
a scrivere un libro sul cervello. Io stessa devo ammettere che ho comprato
questo saggio dopo aver letto titolo e sinossi, che in realtà sono un po'
fuorvianti: il libro infatti non parla specificatamente di neuroscienze o
almeno non nel modo in cui siamo abituati a sentirne parlare, ma si concentra
di più sullo spiegare le relazioni esistenti tra i vari apparati, in
particolare quella tra sistema nervoso e sistema immunitario che hanno
veramente molte caratteristiche in comune e che di conseguenza si influenzano a
vicenda. Questa influenza è visibile soprattutto nel momento in cui si mette in
atto una determinata cura su un paziente.
I primi capitoli sono per questo
abbastanza tecnici: Soresi per arrivare a spiegare le sue considerazioni e
conclusioni, deve prima spiegare nel dettaglio cosa succede nel corpo e nel
farlo usa dei termini e delle nozioni che ai non addetti ai lavori, diciamo
così, possono risultare un po' complicati nella comprensione, però in fondo il
senso generale del discorso si capisce molto bene.
Ciò che mi ha colpito di più di
questo saggio, è la grande riflessione sottostante: mente e corpo condividono
lo stesso spazio, sono in una stretta relazione fisiologica, quindi fanno parte
di un continuum che non deve mai essere inteso come separato. Quando si cura un
paziente quindi si dovrebbe tenere conto di entrambe. Ciò spiega anche, secondo
l’autore, come ci sia tanta intersoggettività durante le terapie: ci sono
pazienti che rispondono in modo diverso dagli altri.
Da laureata in neuropsicologia e
neuroscienze, non posso che apprezzare il fatto che Soresi dedichi tanto tempo
nel spiegare che si dovrebbe tenere conto del paziente in tutti i suoi aspetti
e quindi anche dal punto di vista psicologico. Ogni persona ha un particolare
vissuto che la rende diversa dagli altri e di conseguenza anche più o meno
suscettibile a certi disturbi o malattie. Non tutte le persone inoltre reagiscono
allo stesso modo nei confronti di una malattia e anche questo ha il suo peso
sul risultato finale. Pensiamo anche a chi non ha nessuno vicino su cui poter
contare durante la convalescenza: può intaccare la possibilità di guarigione il
fatto di sentirsi sola?
Un'altra cosa che mi ha colpito
molto è l’argomento dell’effetto placebo: tutti ne abbiamo sentito
parlare, chi più chi meno. Nel mio percorso universitario ne ho sempre parlato
nell’ambito della ricerca ma prima di leggere questo libro, davvero non
immaginavo che questo effetto potesse produrre modificazioni così grandi.
I casi clinici riportati poi sono
davvero interessanti e simili a quelle bizzarrie che ogni tanto sentiamo per
televisione. Chi non ha mai avuto una zia che ha fatto un viaggio a Lourdes per
guarirsi da chissà che strambo disturbo? Soresi affronta anche questo argomento,
con naturale pacatezza (io non ne sarei stata capace), dando interpretazioni
interessanti e soprattutto scientifiche, che non sfociano nell’assurdo ma
rimangono sempre nel plausibile.
Dunque, arrivando al sodo: mi è
piaciuto? Molto.
Qualche modifica nel testo
secondo me andrebbe fatta: nei primi capitoli si ha sempre l’impressione che
l’autore stia saltando di palo in frasca e questo rallenta la lettura e la
comprensione. Ma nel complesso, il senso è sempre ben chiaro.
Lo consiglio a tutti gli addetti
ai lavori (medici, psicologi, neuroscienziati ecc..) ma anche a chi è curioso
riguardo a questa tematica e soprattutto a chi cerca come ribattere alla zia
appena tornata da Lourdes, convinta di essere guarita dalle verruche.