TITOLO: Batman Il ritorno del cavaliere oscuro
AUTORE: Frank Miller
“Un dolore vecchio
di tre giorni mi taglia in due la schiena. Libero dalla polvere le mie
articolazioni e salgo. Una volta era più semplice”.
Il declino di una società ormai allo sbando sulle spalle di
un eroe che ha dato quasi tutto per essa. E’ proprio quel “quasi” che potrebbe
essergli fatale.
“Batman: il ritorno del cavaliere oscuro” è una mini
serie a fumetti divisa inizialmente in quattro uscite, ambientata in una
precisa epoca storica con chiari riferimenti a personaggi reali ed eventi
accaduti o perlomeno che potrebbero verosimilmente accadere. Bruce Wayne,
ormai cinquantenne ed in pensione, si muove in una realtà cinica ed in costante
declino, dove la moralità e le lotte di classe, hanno ceduto il passo ad una sub-cultura
giovanile priva di scopi, poco istruita e parecchio incline alla violenza,
utilizzata spesso, come unico mezzo per ottenere ciò che si desidera. Tutto questo
è personificato con grande espressività nei panni della gang dei Mutanti,
un gruppo di giovani folli, dedito ad ogni tipo di crimine, che spazia dalla
rapina, all’omicidio e persino lo stupro. Essi di fatto saranno la miccia che
innescherà la bomba, infatti il buon vecchio Bruce non ce la farà proprio a rimanere
inerme a guardare e deciderà di tornare a vestire i panni del cavaliere oscuro
e questo a sua volta produrrà un effetto domino di eventi, sempre più disastrosi,
che lo porteranno a scontrarsi con alcuni vecchi nemici, ma anche con degli
amici, con cui ha avuto, per così dire, dei considerevoli dissapori in passato.
Questi albi si finiscono davvero in una volata: la lettura è coinvolgente ed appassionante, ma non risulta mai pesante, nonostante i temi trattati siano mediamente più elevati della gran parte delle opere a fumetto.
Frank Miller (autore anche di 300 e di Sin
City) dipinge un mondo governato da una società senza speranza, che ha
preso i suoi migliori campioni, li ha spremuti fino all’ultima goccia,
sfruttandoli ed umiliandoli in ogni modo. Alcuni si sono adeguati, altri sono
scappati, altri ancora si sono ribellati. Batman opta per il ritiro, ma questo
non equivale ad un sereno pensionamento. Bruce sente dal profondo del suo animo
che qualcosa non va, l’irrequietezza che l’ha portato a mascherarsi da
pipistrello non si è ancora spento, anzi brucia ancora con estremo ardore nel
suo cuore; sente che la sua crociata non è ancora terminata. Gli serve solo un
pretesto per rimettersi in gioco e, come dicevo, glielo daranno i mutanti.
Per questo suo lavoro l’autore prende in prestito linguaggi
e tematiche da generi letterali e culturali molti diversi tra loro. Si pensi a
toni cupi, tipici del noir americano delle prime tavole e al climax tipico dell’epica
cavalleresca con cui ci si avvicina al finale. Si pensi poi alla snervante presenza
dei social media, tipico della cultura pop, che manipolano menti ed opinioni
della gente comune, senza alcuna morale o riguardo per la verità, ma con l’unico
scopo di far audience. In questo senso Miller, con grande intuizione, si fa un
po’ profeta di ciò che succederà poi negli anni successivi. Con tutta questa
commistione di generi e stili diversi Miller crea un’opera adulta che tratta
tematiche impegnative e profonde adatta ad un pubblico maturo, di fatto dando un
ulteriore conferma, insieme ad altri lavori dell’autore, che il genere
fumettistico possa trattare anche argomenti elevati.
Consiglio agli
amanti dei fumetti e non, ma a chi apprezza in particolare il personaggio di
Batman.
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