venerdì 13 marzo 2020

RECENSIONE (LIBRO + FILM): COME DIO COMANDA – NICCOLO’ AMMANITI


LIBRO




TITOLO: Come Dio comanda
AUTORE: Niccolò Ammaniti
CASA EDITRICE: Mondadori


“Semplice: io non ho paura di morire. Solo chi ha paura muore facendo stronzate come camminare su un ponte. Se a te di morire non te ne frega niente puoi stare tranquillo che non cadi. La morte se la piglia coi paurosi. E poi non posso morire. Almeno fino a quando non lo deciderà il Signore. Non ti preoccupare, il Signore non vuole che ti lasci solo. Io e te siamo una cosa sola. Io ho te e tu hai me. Non c’è nessun altro. E quindi Dio non ci dividerà mai.”


Come Dio comanda” è la storia di Rino Zena e di suo figlio Cristiano, entrambi legati da un amore magico, unico ma allo stesso tempo contorto e morboso. Rino, tradito da una società che non gli offre niente di più che un magro stipendio in nero, si presenta come un uomo cupo e arrabbiato che vive di espedienti e si fa promotore di una giustizia tutta sua che cerca di inculcare costantemente al figlio, finendo solamente per educarlo al razzismo e alla violenza. Di certo gli amici che li circondano non hanno meno problemi: 4 formaggi, vittima di un indicente con i fili dell’alta tensione e da allora rimasto menomato, e Danilo Aprea che non ha mai realmente superato la morte della figlia e il divorzio da sua moglie. Anche i pochi personaggi inseriti nella trama, che dovrebbero almeno seminare qualche tipo di aiuto, non riescono minimamente a risollevare la situazione: è questo il caso di Trecca, l’assistente sociale che da anni marca stretto Rino, minacciandolo di togliergli la custodia del figlio. Tuttavia, anche quest’ultimo è talmente assorto dai suoi problemi esistenziali (e a parer mio sull’orlo di un burnout!) da non riuscire a portare un concreto aiuto a questa famiglia, che continua perciò a condurre un’esistenza ai limiti della sopravvivenza. Un giorno allora, ecco che Rino, Danilo e 4 formaggi, decidono di dare una svolta alle loro vite: scassinare un bancomat. Ovviamente, come già potete immaginare, la vicenda prenderà una piega totalmente inaspettata.

I fatti si svolgono in una città immaginata dall’autore che si rivela fin dalle prime pagine, come una sorta di scenario desolato, quasi post-apocalittico; l’incarnazione perfetta del detto che era sempre solita dire mia nonna “qui ciascun per sé e Dio per tutti”, perché in fondo ciò che cercano e invocano i personaggi del libro, incastrati in quest’intreccio ingarbugliato di esistenze architettato da Ammaniti, è proprio Dio: chi per una spiegazione, chi per un miracolo e chi per capire cosa fare. Tanti sono i personaggi che agiscono in nome di Dio, cercando solo una giustificazione per le loro scelte individuali.

Mi piacerebbe dilungarmi molto di più sulla trama, ma finirei davvero con il rivelare tutto.

Come Dio comanda” è un romanzo noir dalla trama intensa e surreale. Il punto forte di questo romanzo è sicuramente la suspance che sale di pagina in pagina e certi capitoli davvero si divorano in pochi minuti. Le scene si alternano velocemente e le descrizioni dei luoghi, dei personaggi, delle vicende, dei rumori sono così dettagliate, tanto che in certi momenti ho avuto l’impressione di essere lì con loro. Lo stile si può definire camaleontico, in quanto si adatta perfettamente al personaggio protagonista del capitolo: la narrazione infatti segue il linguaggio tipico di ciascuno dei personaggi.

Il finale, neanche a dirlo, è originale e in un certo senso inaspettato: quando pensavo di aver capito esattamente come sarebbero andate a finire le cose, ecco che Ammaniti rimescola le carte in tavola e distrugge ogni mia convinzione. Del resto, è proprio questo che ho sempre amato dei suoi libri!

Personalmente, il personaggio che più mi ha colpita è Rino: se all'inizio, ad ogni suo dialogo, pensavo solo a quanto lo avrei preso a schiaffi se me lo fossi ritrovato di fronte nel mondo reale, lungo i capitoli ho imparato a conoscerlo e persino apprezzarlo. Di pagina in pagina infatti, Rino assume le sembianze di un antieroe, il personaggio cattivo, che alla fine davvero cattivo non è, perché per quanto possa essere rozzo, arrogante e con idee discutibili, anche lui è capace di amare e ci sono crimini sui quali non riesce proprio a scendere a compromessi.

Concludendo, “Come Dio Comanda” mi è piaciuto? Assolutamente sì, TROPPO e lo consiglio a tutti coloro che apprezzano il genere noir e anche ai lettori di thriller. Non lo consiglio invece a chi cerca letture “leggere” perché comunque Ammaniti ha la tendenza a costruire atmosfere cupe e a loro modo deprimenti, che possono rendere la lettura pesante.

⭐⭐⭐⭐⭐

FILM
REGISTA: Gabriele Salvatores
ANNO DI USCITA: 2008

Come già potete immaginare, il film di “Come Dio Comanda”, riporta numerose differenze con il libro. Ovviamente quando si adatta un prodotto da un media all’altro, ci sono inevitabilmente delle differenze date da tante questioni diverse. Paragonare lo stesso prodotto in due versioni differenti è possibile fino ad un certo punto, ma ci proverò lo stesso perchè secondo me ne vale la pena.

Per prima cosa, dimenticatevi l’idea della rapina al bancomat: infatti mentre nel libro tutta la narrazione ruota intorno a questo evento, nel film non viene nemmeno nominata. Ci si concentra invece di più sulla relazione tra Rino e Cristiano, che viene rappresentata in modo stupefacente dagli attori Filippo Timi e Alvaro Caleca, e sul personaggio di 4 formaggi.

Ciò che mi è dispiaciuto del film è stato il taglio di alcuni dei personaggi che nel libro sono tra i principali: la storia di Danilo Aprea è completamente tagliata mentre Trecca, l’assistente sociale, è relegato per lo più ad una comparsa e sembra inserito per scopi logistici più che per la trama in sé. Questo mi è dispiaciuto molto perché erano entrambe due storie molto belle e alle quali mi ero affezionata. E’ una scelta che però posso comprendere e credo dovuta a quelle difficoltà di adattamento tra un media e l’altro di cui facevo riferimento all’inizio dell’articolo: descrivere e riprodurre tutto minuziosamente come ha fatto Ammaniti, avrebbe richiesto ore e ore di registrazione probabilmente e un film di certo non può durare 20h. Anche se ammetto che questo potrebbe essere lo spunto per lanciare una serie TV.

Ma torniamo al nostro film.

Una cosa che davvero ho apprezzato è la scelta della location. Il film infatti è stato completamente girato in Friuli che è riuscito a dare corpo a quei luoghi nebbiosi, freddi e pieni di pioggia rappresentati dal romanzo. Non si discostano molto da come io stessa mi ero immaginata lo sfondo della narrazione mentre leggevo.

La scelta degli attori e la loro rappresentazione è stata azzeccata secondo me: 4 formaggi sembra uscito dal libro e preso la forma di Elio Germano durante la recitazione.

Per concludere, a me personalmente il film di “Come Dio comanda”, è piaciuto. Sì, i tagli sono stati sofferti, alcune scene sarebbero state a mio parere da approfondire, ma diciamo che tutto viene bilanciato dall’aver dato vita a dei personaggi così come compaiono nel libro. Se devo rispondere alla fatidica domanda “ma ti è piaciuto più il libro o il film??” vi risponderò ovviamente LIBRO(!!!) ma perché ci sono elementi che me lo hanno fatto apprezzare di più (è vero, quel taglio dei personaggi proprio non riesco a digerirlo, maledizione) e non perché il film sia un cattivo prodotto. Se devo dare la mia opinione, consiglierei di leggere prima il libro e vedere poi il film, soprattutto a chi interessa il genere noir; a chi ha già visto il film ed è indeciso se leggere o meno il libro, io consiglio di farlo, perché comunque ci sono molte scene tagliate o non approfondite, davvero interessanti che vale la pena leggere.

Siete d'accordo con me? O no? Scrivetemelo nei commenti!

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