LIBRO
TITOLO: Come Dio comanda
AUTORE: Niccolò Ammaniti
CASA EDITRICE: Mondadori
“Semplice: io non
ho paura di morire. Solo chi ha paura muore facendo stronzate come camminare su
un ponte. Se a te di morire non te ne frega niente puoi stare tranquillo che
non cadi. La morte se la piglia coi paurosi. E poi non posso morire. Almeno
fino a quando non lo deciderà il Signore. Non ti preoccupare, il Signore non
vuole che ti lasci solo. Io e te siamo una cosa sola. Io ho te e tu hai me. Non
c’è nessun altro. E quindi Dio non ci dividerà mai.”
“Come Dio comanda” è la storia di Rino Zena e
di suo figlio Cristiano, entrambi legati da un amore magico, unico ma allo stesso tempo contorto e morboso. Rino, tradito da una società che non gli
offre niente di più che un magro stipendio in nero, si presenta come un uomo
cupo e arrabbiato che vive di espedienti e si fa promotore di una giustizia
tutta sua che cerca di inculcare costantemente al figlio, finendo solamente per
educarlo al razzismo e alla violenza. Di certo gli amici che li circondano non
hanno meno problemi: 4 formaggi, vittima di un indicente con i fili
dell’alta tensione e da allora rimasto menomato, e Danilo Aprea che non
ha mai realmente superato la morte della figlia e il divorzio da sua moglie.
Anche i pochi personaggi inseriti nella trama, che dovrebbero almeno seminare
qualche tipo di aiuto, non riescono minimamente a risollevare la situazione: è
questo il caso di Trecca, l’assistente sociale che da anni marca stretto Rino, minacciandolo di togliergli la custodia del figlio. Tuttavia,
anche quest’ultimo è talmente assorto dai suoi problemi esistenziali (e a parer
mio sull’orlo di un burnout!) da non riuscire a portare un concreto aiuto
a questa famiglia, che continua perciò a condurre un’esistenza ai limiti della
sopravvivenza. Un giorno allora, ecco che Rino, Danilo e 4 formaggi, decidono
di dare una svolta alle loro vite: scassinare un bancomat. Ovviamente, come già potete immaginare, la
vicenda prenderà una piega totalmente inaspettata.
I fatti si svolgono in una città immaginata dall’autore che
si rivela fin dalle prime pagine, come una sorta di scenario desolato, quasi post-apocalittico; l’incarnazione perfetta del detto che era sempre
solita dire mia nonna “qui ciascun per sé e Dio per tutti”, perché in fondo ciò che
cercano e invocano i personaggi del libro, incastrati in quest’intreccio ingarbugliato
di esistenze architettato da Ammaniti, è proprio Dio: chi per una
spiegazione, chi per un miracolo e chi per capire cosa fare. Tanti sono i
personaggi che agiscono in nome di Dio, cercando solo una giustificazione per
le loro scelte individuali.
Mi piacerebbe dilungarmi molto di più sulla trama, ma
finirei davvero con il rivelare tutto.
“Come Dio comanda” è un romanzo noir dalla trama
intensa e surreale. Il punto forte di questo romanzo è sicuramente la suspance
che sale di pagina in pagina e certi capitoli davvero si divorano in pochi
minuti. Le scene si alternano velocemente e le descrizioni dei luoghi, dei
personaggi, delle vicende, dei rumori sono così dettagliate, tanto che in certi
momenti ho avuto l’impressione di essere lì con loro. Lo stile si può definire
camaleontico, in quanto si adatta perfettamente al personaggio protagonista del
capitolo: la narrazione infatti segue il linguaggio tipico di ciascuno dei
personaggi.
Il finale, neanche a dirlo, è originale e in un certo senso
inaspettato: quando pensavo di aver capito esattamente come sarebbero andate a
finire le cose, ecco che Ammaniti rimescola le carte in tavola e
distrugge ogni mia convinzione. Del resto, è proprio questo che ho sempre amato
dei suoi libri!
Personalmente, il personaggio che più mi ha colpita è Rino:
se all'inizio, ad ogni suo dialogo, pensavo solo a quanto lo avrei preso a
schiaffi se me lo fossi ritrovato di fronte nel mondo reale, lungo i capitoli
ho imparato a conoscerlo e persino apprezzarlo. Di pagina in pagina infatti, Rino
assume le sembianze di un antieroe, il personaggio cattivo, che alla fine
davvero cattivo non è, perché per quanto possa essere rozzo, arrogante e con
idee discutibili, anche lui è capace di amare e ci sono crimini sui quali non
riesce proprio a scendere a compromessi.
Concludendo, “Come Dio Comanda” mi è piaciuto? Assolutamente
sì, TROPPO e lo consiglio a tutti coloro che apprezzano il genere noir e anche ai
lettori di thriller. Non lo consiglio invece a chi cerca letture “leggere”
perché comunque Ammaniti ha la tendenza a costruire atmosfere cupe e a loro
modo deprimenti, che possono rendere la lettura pesante.
⭐⭐⭐⭐⭐
FILM
REGISTA: Gabriele Salvatores
ANNO DI USCITA: 2008
Come già potete immaginare, il film di “Come Dio Comanda”,
riporta numerose differenze con il libro. Ovviamente quando si adatta un
prodotto da un media all’altro, ci sono inevitabilmente delle differenze date
da tante questioni diverse. Paragonare lo stesso prodotto in due versioni
differenti è possibile fino ad un certo punto, ma ci proverò lo stesso perchè secondo me ne vale la pena.
Per prima cosa, dimenticatevi l’idea della rapina al
bancomat: infatti mentre nel libro tutta la narrazione ruota intorno a questo
evento, nel film non viene nemmeno nominata. Ci si concentra invece di più sulla
relazione tra Rino e Cristiano, che viene rappresentata in modo stupefacente dagli
attori Filippo Timi e Alvaro Caleca, e sul personaggio di 4 formaggi.
Ciò che mi è dispiaciuto del film è stato il taglio di
alcuni dei personaggi che nel libro sono tra i principali: la storia di Danilo
Aprea è completamente tagliata mentre Trecca, l’assistente sociale, è relegato
per lo più ad una comparsa e sembra inserito per scopi logistici più che per la
trama in sé. Questo mi è dispiaciuto molto perché erano entrambe due storie
molto belle e alle quali mi ero affezionata. E’ una scelta che però posso
comprendere e credo dovuta a quelle difficoltà di adattamento tra un media e
l’altro di cui facevo riferimento all’inizio dell’articolo: descrivere e
riprodurre tutto minuziosamente come ha fatto Ammaniti, avrebbe richiesto ore e
ore di registrazione probabilmente e un film di certo non può durare 20h. Anche
se ammetto che questo potrebbe essere lo spunto per lanciare una serie TV.
Ma torniamo al nostro
film.
Una cosa che davvero ho apprezzato è la scelta della location.
Il film infatti è stato completamente girato in Friuli che è riuscito a dare
corpo a quei luoghi nebbiosi, freddi e pieni di pioggia rappresentati dal
romanzo. Non si discostano molto da come io stessa mi ero immaginata lo sfondo
della narrazione mentre leggevo.
La scelta degli attori e la loro rappresentazione è stata
azzeccata secondo me: 4 formaggi sembra uscito dal libro e preso la forma di
Elio Germano durante la recitazione.
Per concludere, a me personalmente il film di “Come Dio
comanda”, è piaciuto. Sì, i tagli sono stati sofferti, alcune scene sarebbero
state a mio parere da approfondire, ma diciamo che tutto viene bilanciato dall’aver
dato vita a dei personaggi così come compaiono nel libro. Se devo rispondere
alla fatidica domanda “ma ti è piaciuto più il libro o il film??” vi risponderò
ovviamente LIBRO(!!!) ma perché ci sono elementi che me lo hanno fatto
apprezzare di più (è vero, quel taglio dei personaggi proprio non riesco a
digerirlo, maledizione) e non perché il film sia un cattivo prodotto. Se devo
dare la mia opinione, consiglierei di leggere prima il libro e vedere poi il film, soprattutto
a chi interessa il genere noir; a chi ha già visto il film ed è indeciso se
leggere o meno il libro, io consiglio di farlo, perché comunque ci sono molte
scene tagliate o non approfondite, davvero interessanti che vale la
pena leggere.
Siete d'accordo con me? O no? Scrivetemelo nei commenti!
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