GRAPHIC NOVEL
TITOLO: Watchmen
AUTORE: Moore e Gibbons
Mai fu scritto di eroi così odiosamente
umani
Un superuomo, capace di ogni
cosa, in grado di manipolare spazio e tempo, prigioniero della solitudine a cui
lo relega il suo status di individuo dai poteri straordinari. Una donna di
mezza età che pensa, nostalgica, ai fasti di un tempo, in cui nei panni di una
super eroina faceva la cosiddetta “propria parte” facendo letteralmente a
cazzotti con dei brutti ceffi e l’archetipo della donna relegata in casa a
badare i figli; ma quelli erano altri tempi ed ora si ritrova sola, alcolista,
con una marea di rimpianti e scheletri nell’armadio. Un altro paladino,
socialmente disturbato, che non si rassegna ai cambiamenti e al passare del
tempo; additato come paranoico ed ossessivo.
In un mondo ucronico alla deriva,
sull’orlo di una crisi nucleare, dove un incidente alla dottor Stranamore, può
decidere l’apocalisse atomica e un orologio che segna le 23.58 ne scandisce l’imminenza,
Alan Moore (scrittore) e David Gibbons (disegnatore) tratteggiano un gruppo di
eroi disfunzionali, moralmente distrutti e corrotti che difficilmente sarà in
grado di salvare il mondo. Che poi la vera questione, che si insinua nel
lettore mentre passa da una tavola all’altra, è: davvero questo mondo caotico,
corrotto ed ingrato merita di essere salvato?
Questa graphic novel, si legge
tutta di un fiato nei suoi 12 albi. La consiglierei a chiunque, anche a chi non
ha molta confidenza con vignette e didascalia, perché linguaggio e temi sono
universali e, ahimè, ancor oggi piuttosto attuali. A testimonianza della
grandiosità e genialità, racchiusa in queste pagine, troviamo ben due riconoscimenti
straordinari per quel che molti potrebbero banalmente definire un “fumetto”.
Watchmen è l’unica opera a disegni ad aver vinto un premio “Hugo” ed è stata inserita
dalla rivista “Times” tra i 100 migliori romanzi dal 1923. Un consiglio per
rendere la lettura ancor più immersiva è leggere ascoltando le canzoni, che lo
stesso Moore cita, catapultandosi con maggiore vividezza in quelle
ambientazioni inventate, ma quel tanto che basta realistiche, da renderle
inquietantemente plausibili. L’opera infatti fa divertire ed appassionare, ma
offre innumerevoli spunti di riflessione sulle contraddizioni e le
idiosincrasie del genere umano ricorrenti nei nostri tempi.
Una menzione particolare va fatta
anche su Gibbons, il disegnatore, colui che è riuscito a rendere la profonda
sofferenza ed inquietudine dei personaggi con un tratto pulito e semplice in
una classica griglia a nove quadri senza troppi virtuosismi o fronzoli. Gli va inoltre
dato il merito di aver costruito un ambiente favorevole alla trasposizione di
un’intensa narrativa strizzando l’occhiolino al simbolismo tanto caro al suo
amico Alan. Si pensi alla ricorrenza dello smile e dell’orologio.
Insomma, lo sciamano (ebbene sì, Moore
è un esperto occultista) e il disegnatore erano parecchio ispirati a quell’epoca
e dal loro incontro non poteva che nascere qualcosa di veramente buono!
FILM
TITOLO: Watchmen
REGISTA: Snider
Il film, uscito nel 2009, per la
regia di Zac Snyder, per quanto l’abbia apprezzato, non può che lasciare un po’
delusi per alcune scelte stilistiche di sviluppo della trama. Non voglio
entrare nell’annosa questione dell’impossibilità di mettere un intero libro
dentro un film di comunque due ore abbondanti, ma mi riferisco a cambiamenti di
trama, a mio avviso troppo drastici rispetto all’originale. Forse l’intento del
regista era rendere il prodotto più attuale per avere una maggiore presa nel pubblico
di fine anni 2000. Tuttavia, secondo me, è stata una scelta poco felice e poco
rispettosa nei confronti di un’opera con ambientazioni ben studiate ed
inquadrate in quegli anni ’80 un po’ veri un po’ inventati. Va fatta menzione di
un elemento curioso, che spesso passa inosservato: i titoli di testa. Beh, sono
stupendi! In quell’intro sulle note di “The time they are a changin” di Bob
Dylan, Znyder riassume parte degli eventi avvenuti prima di quelli che andranno
narrati durante il film. Davvero Geniale! Bravo Zac! Anche se non ti perdono
alcuni cambiamenti! Il mio consiglio comunque è di lasciar perdere il film e
rimandare la visione a dopo la lettura, apprezzerete molto di più certe scene! Se
non volete incorrere nelle ire dello sciamano allora abbandonate completamente
i propositi di visione! Moore non è mai stato un sostenitore delle trasposizioni
cinematografiche dei suoi lavori; si pensi a “V for vendetta” e “The legue of
extraordinary gentlemen”
SERIE TV
IDEATORE: Lindelof
La serie TV è il lavoro più
recente, infatti è uscita nel 2019, e per questo motivo non sono riuscita ancora
a formulare un parere completo (l’ho vista una volta sola e vi lascio solo
immaginare quanto volte abbia visionato gli altri lavori…).
Per prima cosa va precisato che
si tratta di un sequel ambientato a circa trent’anni di distanza. Già questa
scelta non va sottovalutata, perché è molto più semplice far partire un lavoro
da dove era stato interrotto, ma è anche altrettanto facile scadere nella
banalità e ripetitività. Quindi il punto di partenza è senz’altro promettente e
la storia risulta senza dubbio fresca e nuova, nonostante mantenga un ben
radicato legame col lavoro originale.
Devo dire che l’impatto è
leggermente caotico, perché mette sul fuoco tantissima carne sin dalle prime
puntate e si fa un po’ fatica a seguire la trama; tuttavia, una volta che si riescono
a mettere insieme tutti i fili, si ha la sensazione di aver a che fare con un’opera
in grado almeno di competere con i suoi predecessori per qualità o perlomeno per
intenti. Staremo a vedere se ci saranno altre stagioni. Intanto ricomincio a
guardarla perché la miniserie della HBO (Games of throne, True Detective) mi ha
molto entusiasmata e vorrei formulare un giudizio più rotondo e completo.
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