TITOLO: Anna
AUTORE: Niccolò Ammaniti
EDITORE: Einaudi
"La vità è più forte di tutto. La vita non ci appartiene, non ci attraversa."
Si facciano avanti gli amanti del noir e delle ambientazioni
post-apocaliptiche. Oggi si parla infatti di Anna dell’autore Niccolò Ammaniti.
Chi mi conosce bene, sa quanto io ami questo scrittore e il suo modo di
scrivere. Vediamo in sintesi la trama: Il racconto si svolge in una Sicilia
ormai deserta, colpita da una malattia incurabile che mietendo vittime a più
non posso ha drasticamente ridotto la popolazione adulta. Dico e specifico “adulta”
perché il morbo sembra non colpire i bambini, o meglio nessuna persona che ancora
non abbia superato la pubertà. In realtà non è che ne siano davvero immuni,
sembra infatti che il morbo rimanga latente e si sfoghi solamente raggiunta l’adolescenza.
La protagonista della storia è Anna, che da anche il nome al libro stesso, una ragazzina
di circa 12 anni se non ricordo male che è una vera eroina, molto coraggiosa e
che si prende costantemente cura del suo fratellino minore. Anna farebbe qualsiasi
cosa per proteggerlo e di fatto lo farà, perché vi anticipo già, i due bambini
dovranno affrontare una serie infinita di peripezie. Non dirò altro, perché odio fare spoiler.
Sicuramente il momento non è dei migliori dato che in questo
periodo ovunque sentiamo parlare di Covid e il resto, ma davvero questo libro merita
di essere letto.
Se lo scenario iniziale non è sicuramente una novità nel
mondo della letteratura e della televisione (ci saranno centinaia di film che
parlano di una malattia mortale che stermina l’umanità), la svolta è la scelta
dei protagonisti che sono appunto dei bambini. Il mondo degli adulti è in
declino e sono loro a doversi prendere cura l’uno dell’altro o comunque a
doversela cavare da soli in una lotta costante per la sopravvivenza. Fa un po' impressione
ad immaginarlo in effetti: siamo sempre stati abituati a vedere dei personaggi
adulti destreggiarsi nelle lotte per il cibo o nella fabbricazione di armi e
quant’altro per difendersi. Sicuramente questi personaggi oltretutto sono più
spesso uomini che donne e quest’ultime spesso e volentieri aspettano il marito
al riparo o si prendono cura dei figli. Qui è esattamente l’opposto: i
personaggi sono bambini e la nostra protagonista è perfino una femmina, una
vera eroina con il carattere duro come quello di un adulto. Anche se piccoli,
questi personaggi sono spesso spietati e disincantati, bevono alcool e
rimangono indifferenti anche di fronte alla morte. Sicuramente un aspetto
abbastanza difficile da immaginare, pensando anche al mondo come lo conosciamo
noi.
Sebbene il libro sia calato in un’ambientazione triste e desolata,
in una Sicilia piena di morte e nient’altro, il focus e lo spirito stesso dei
personaggi è volto alla speranza. Anche se Anna è un personaggio duro e
difficile da scalfire anche lei nel profondo spera di trovare una soluzione a
tutta questa faccenda, soprattutto per il suo fratellino.
In conclusione, il libro mi è piaciuto? Molto, sono riuscita
a calarmi in tutto e per tutto nella trama e in Anna, la nostra protagonista.
Questo è anche grazie al modo di scrivere di Ammaniti: il modo con cui riesce a
giocare con i pensieri e gli stati emotivi dei personaggi è davvero sorprendente.
L’unico consiglio che vi lascio (specialmente a chi non è solito leggere libri
di Ammaniti): tenete vicini i fazzoletti, qualche lacrima onestamente l’ho
versata e soprattutto non affezionatevi ai personaggi.
Un’altra cosa che mi sento di aggiungere è questa: questo
libro è stato criticato in parte perché una parte importante della trama è come
ho già detto all’inizio, un film già visto. E’ stato sfruttato il solito clima post
catastrofe che fa riflettere l’uomo e lo spinge oltre i suoi limiti e il
rischio è quello che ci sia una corsa al paragone perché viene comunque facile
ripescare altri titoli di libri o di film. Il romanzo va apprezzato però per il
tutto il resto, soprattutto per l’incredibile caratterizzazione dei personaggi
che viene così bene ad Ammaniti.
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