TITOLO: Non buttiamoci giù
AUTORE: Nick Hornby
EDITORE: Penguin Group
“Passiamo tutti
tanto tempo senza dire cosa vogliamo perché sappiamo di non poterlo avere. E perché
sembrano robe rozze, o ingrate, o sleali, o infantili, o stupide. O perché siamo
talmente disperati da fingere che le cose siano come devono essere e sembra una
mossa falsa confessare a noi stessi che non lo sono. Qualunque cosa sia, dilla
a te stesso. La verità ti renderà libero.”
Ho davvero divorato questo libro che non è durato più di un
giorno e mezzo. La trama è la seguente: 4 personaggi si ritrovano la notte di
Capodanno in cima ad un palazzo di Londra. Pur non conoscendosi sono tutti li
per lo stesso motivo: buttarsi di sotto. La presenza di altre persone tuttavia
smorza un po' le intenzioni dei 4 e li spinge a raccontarsi a vicenda le
motivazioni che li avrebbero spinti a compiere quel gesto estremo. Se il Capodanno
è sempre giorno di bilanci un po' per tutti, per i nostri protagonisti la stima
è tanto negativa che il suicidio sembra essere l’unica possibile. Allo stesso
tempo però, nessuno di loro sembra volerlo davvero. Inizia così un’improbabile
amicizia: improbabile perché davvero questi 4 personaggi non hanno nulla in
comune, nemmeno l’età! Il rapporto però continua ad essere alimentato dalla
voglia di aiutarsi reciprocamente per uscire da questo momento no, consapevoli
di aver trovato qualcuno che può capirli davvero.
Il libro viene raccontato dei personaggi stessi, ognuno di
loro infatti ha dei capitoli dedicati in cui esporre i propri punti di vista e
le proprie intenzioni. La cosa bella è che i capitoli si adattano a 360 gradi
al personaggio, adottandone anche il modo di parlare: Martin ad esempio,
presentatore televisivo piuttosto distinto, usa correttamente la punteggiatura
ed usa termini anche ricercati, mentre dimenticatevi anche solo le regole base
della grammatica nei capitoli di Jess, ragazza problematica con un modo di
vivere un po' al limite. Ho davvero apprezzato questa caratteristica del libro
perché davvero ti permette di entrare a contatto con la storia e i personaggi:
più prosegue la narrazione e più ti sembra di conoscerli, quasi prendessero
vita. Rende tutto ancora più comico inoltre perché, essendo tutti estremamente
diversi tra loro, ovviamente non vedono le cose allo stesso modo ed è
esilarante ritrovarli in disaccordo anche sulle questioni più sciocche.
Dico “ancora più comico” perché in effetti, nonostante il
tema principale della vicenda sia il “suicidio” che è di per sé un tema molto
pesante, il libro è molto leggero e spiritoso. Ho riso moltissimo, anche perché
già ve lo anticipo, a questi 4 non va mai nulla come se lo aspettavano. Tra i
capitoli però, c’è spazio anche per alcune riflessioni molto sentite sul senso
della vita: cosa porta un uomo ad essere felice? Cosa fa sì che una vita sia
considerata degna di essere vissuta? Sono le domande a cui Martin, Moureen, JJ
e Jess (i 4 personaggi appunto) cercano una risposta. Perché magari davvero in
fondo non vogliono suicidarsi però sono comunque consapevoli dei loro problemi
e che continuare a vivere come stanno facendo non funziona, non li rende felici
o semplicemente realizzati. Il libro in fondo non è altro che il percorso di
consapevolezza vissuto dai 4 personaggi: cosa hanno sbagliato, cosa c’è di
buono in loro e cosa invece va assolutamente cambiato.
Ma cambiare si può? Ovviamente non ve lo dico, altrimenti vi
rovinerei il finale.
Alla fine della fiera, il libro mi è piaciuto? Moltissimo.
E’ la lettura che cercavo in questo momento: leggera, un mix equo di comicità e
dramma e che comunque ti tiene col fiato sospeso, spingendoti a continuare la lettura
per capire come andrà a finire.
Avevo pensato inizialmente di fare una recensione completa
parlandovi anche del film. Infatti, qualche anno fa è uscito un film tratto da
questo libro, con lo stesso nome: “non buttiamoci giù”. Tuttavia, ho trovato il
film abbastanza deludente. Si, ok, i film sono quasi sempre più deludenti
rispetto al libro e manfrine varie, però in questo caso non ci sono solo
cambiamenti nella trama per meglio adattare la storia alla recitazione, ma è
evidente una difficoltà nell’adattare questa tipologia di libro ad un prodotto
cinematografico: l’alternarsi della narrazione tra un attore e l’altro si perde
abbastanza ed è inevitabile che le riflessioni fondamentali non vengano tutte
riportate.
Inoltre, viene data importanza alla sola parte comica del
romanzo, mentre si perde tutto il lato melodrammatico del romanzo che parlava
invece, come ho già detto prima, di un vero e proprio percorso di “presa di
coscienza” da parte dei 4 protagonisti. Il risultato è quindi un film mooolto
leggero, per lo più comico con qualche accenno commovente.
Unica nota positiva sono gli attori che ben si sposano alle
loro parti: esattamente come me li ero immaginati.
Se vi interessa la storia quindi vi consiglio di leggere il
libro.
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