TITOLO: Broken
AUTORE: Daniel Clay
“Ma
la dura realtà è che se non fate le scelte giuste in questi anni (...) allora
probabilmente resterete per sempre quello che siete una volta arrivati ai
venticinque anni.”
Ciao a tutti lettori, oggi vi parlo di “Broken” dell’autore
Daniel Clay. (Date uno sguardo alla copertina per favore, non è meravigliosa?!).
Il libro inizia con Skunk, la protagonista, in coma in un
letto di ospedale, con il padre che le chiede di svegliarsi. Quindi partiamo
già un po' strong. Ciò che segue non è altro che il racconto di tutti gli
eventi che hanno fatto si che lei finisse in questa condizione. La causa vera e
proprio la scopriremo molto più tardi, praticamente alla fine del libro (Non
temete perché non sarà affatto banale). Ma chi è Skunk? E’ una bambina di 11
anni che vive in un quartiere della periferia inglese, insieme al padre, al
fratello maggiore, con cui ha un bellissimo rapporto, e la tata. La sua vita è
fatta di sogni, tanta immaginazione e un futuro tutto da scoprire. Purtroppo,
l’ambiente in cui vive è il covo dell’illegalità e del disagio. A fare da
padrone nel quartiere dove vive è una bizzarra famiglia capitanata da un padre
tossico che campa di espedienti e le sue 5 figlie, bulle nate che creano
scompiglio in tutta la città. Dal suo letto di ospedale Skunk cerca di capire
la spirale di eventi che ha sconvolto il quartiere e la sua vita, svelandoci
pian piano il mistero che l’ha messa in questa situazione.
“Broken” è un romanzo intrigante da leggere tutto
d’un fiato. La trama è accattivante, ha un ritmo incalzante e scorrevole.
Una cosa che mi è piaciuta tantissimo del libro è che c’è
una sorta di effetto farfalla, per cui le scelte di ciascun personaggio si
ripercuotono sugli altri creando un vortice di eventi irreparabile e che non è
possibile fermare. I personaggi che entrano in scena sono moltissimi quindi gli
intrecci che si creano sono davvero tanti e anche abbastanza intriganti.
Un’altra cosa che ho apprezzato davvero tanto del libro è la
contrapposizione che l’autore ha creato tra l’innocenza e l’ingenuità di Skunk
e l’ambiente meschino e ottuso che la circonda. Se ne vedono di tutti i colori,
dalla violenza fisica e psicologica, al furto e al bullismo, ma è sempre
possibile cogliere la dolcezza e l’amore che sta dentro a tutte le cose. Ci
sono dei momenti che secondo me sono carinissimi in cui Skunk torna a casa da
una brutta giornata (magari è stata inseguita dai bulli o ha ricevuto una
brutta notizia) e si mette in camera con il fratello a giocare ai videogiochi e
questo sembra riparare tutto.
Chicca finale, secondo me, è il monologo della protagonista
che incontriamo alla conclusione del romanzo. In moltissimi libri c’è una parte
in cui si cerca di toccare le corde altissime di chissà quale filosofia
parlando di amore, giustizia e del senso della vita, ottenendo come unico
risultato un pippone infinito di cui è difficile anche afferrare il senso
generale figuriamoci degli spunti di riflessione. Ecco qui invece, almeno
sempre secondo me, l’autore riesce a toccare le note giuste dando una buona
conclusione al libro e tenendoci con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Quindi arrivando in conclusione, il libro mi è piaciuto?
Molto. Il genere è quello che mi piace, il libro ha una lunghezza giusta (circa
300 pagine) e la trama è coinvolgente. A tratti mi ha ricordato i libri di
Ammaniti e chi mi segue da un po' sa quanto io lo adori. Ho cercato su internet
qualche altro parere e sono stata triste nel constatare che in realtà non se ne
parla molto, quindi andate subito a leggerlo!!
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